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Il preventivo degli impianti parte IV

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Eccoci giunti alla puntata finale di questi 4 articoli dedicati alle procedure per il “ben fare” dedicati alle soluzioni di contenimento energetico e, specificatamente, agli impianti tecnologici.

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Oggi continuiamo la descrizione del processo richiesto per l’instalalzione di una coppia di impianti, dando per scontato che siate già in possesso di un dimensionamento, di un fornitore di materiali e/o installazione e che quindi, tutto il processo decisionale e di individuazione delle vostre esigenze, sia stato correttamente svolto.

Impianto solare termico o solare termodinamico per ACS – utenza domestica

Pannello solare termodinamico

 

 

Dati di ingresso:
installazione a tetto del collettore/i solare/i
Tetto con tegole senza altra impermeabilizzazione
Comune sottoposto a vincolo paesaggistico in Regione Lombardia
Impianto su condominio
Diamo per scontato che tutti i materiali scelti siano conformi alle norme vigenti, che i progettisti abbiamo dimensionato correttamente i cavi le tubazioni l’elenco degli accessori, ecc. e fatto le verifiche di rito.

 

 

Prendete i criteri dell’impianto fotovoltaico; per un solare termico o solare termodinamico a bassa temperatura i criteri sono i medesimi, ad eccezione dei seguenti punti:

1. La pratica MUTA non occorre per questo tipo di interventi.
2. La discesa da tetto della linea idraulica o frigorifera deve essere effettuata secondo norma e, quindi al di fuori della canna fumaria esistente anche se, al momento della posa, è un passaggio tecnico per la canna fumaria vera e propria della caldaia (in PVC o acciaio INOX).
3. L’installazione idraulica deve avvenire secondo schema di progetto (preriscaldo o integrazione diretta), occorre sapere come effettuare l’integrazione (diretta?, con valvola deviatrice?). La caldaia è “solare”? Controlla la temperatura? Cosa dice il consulente? Quale è il vostro obiettivo energetico?

Come prima,in contesti domestici singoli, cambiano alcuni parametri.

 

Impianto a pompa di calore per riscaldamento – utenza domestica

Centrale termica pompa di calore

 

Dati di ingresso:
installazione pompa di calore ad aria
locale tecnico di dimensioni adeguate
collegamento ad impianto di climatizzazione ad acqua

Diamo per scontato che tutti i materiali scelti siano conformi alle norme vigenti, che i progettisti abbiamo dimensionato correttamente i cavi, tubazioni, accessori, ecc. e fatto le verifiche di rito.

 
1. Abbiate in mano un dimensionamento, se non lo avete, chiamate un professionista che vi dia tutte le informazioni tecniche con le sue prestazioni di calcolo da legge 10/91 ed s.m.i. Molte ditte produttrici non emettono preventivi senza un progetto di questo tipo. Se non volete perdere tempo: fatevelo fare chiarendo prima con il consulente cosa serve.
2. Abbiate chiaro gli obiettivi. Come deve essere la pompa di calore? Con quale scopo è stato richiesto l’intervento? Unico generatore? I calcoli sono fatti con certi criteri di cautela. Se il professionista del calcolo non propone impianto o macchina (avete la relazione ex legge 10 dal costruttore di casa, ad esempio), i calcoli servono a chi vi fornirà una indicazione commerciale. Senza rischiate di aver avuto preventivi molto discordi, o di avere un impianto che non soddisfa le richieste. Volete andare sul sicuro? Leggetevi le nostre 10 regole d’oro.
3. Una raccomandazione che merita un punto a parte: i calcoli per la climatizzazione invernale e per quella estiva sono di due tipi differenti. Energetici e di Potenza. I primi determinano se l’abitazione rientra in certi parametri (Certificazione energetica, ad esempio), i secondi determinano la potenza delle macchine deputate alla generazione del “caldo” o del “freddo”. Cosa avete chiesto al vostro progettista? Ha chiaro l’intervento?
4. La pompa di calore è un dispositivo ad alta efficienza. Le potenze erogate sono basse in confronto alla caldaia. Le chiedete di produrre ACS (Acqua Calda sanitaria)? Bene: dovete trovare lo spazio per un accumulo, Esistono tante soluzioni e, comunque il dimensionamento fa parte del progetto esecutivo. Ricordate cosa abbiamo detto nello scorso articolo?
5. La centrale termica a pompa di calore non ha bisogno di certificati prevenzione incendi, ma è più grande in area occupata di una semplice caldaia. Esistono spazi tecnici; incastrare l’accumulo in un pertugio impedisce la sua corretta manutenzione e gestione.
6. Esistono tariffe di fornitura elettrica dedicate, magari avete un impianto fotovoltaico, e quindi questi due aspetti possono far cambiare le vostre propensioni o obiettivi.
7. Infine la raccomandazione forse più importante: che tipo di contratto elettrico avete sottoscritto? Che potenza contrattuale avete a disposizione? Ricordatevi che non siamo negli Stati Uniti, dove il contratto domestico è da 20 kW. Pressoché sempre un aumento di potenza contrattuale è necessario affinché l’alimentazione elettrica sia a disposizione sia per la pompa di calore che per gli elettrodomestici e l’illuminazione di casa.

Come già evidenziato, a seconda della tipologia abitativa variano alcune considerazioni. Ma anche e soprattutto se avete a che fare con una pompa di calore geotermica. La perforazione del pozzo o del condotto per lo scambiatore, è soggetta ad autorizzazioni locali.

 

Impianto di riscaldamento radiante o intervento di efficienza energetica sull’impianto di climatizzazione – utenza domestica

Diamo per scontato che tutti i materiali scelti siano conformi alle norme vigenti, che i progettisti abbiamo dimensionato correttamente i cavi, tubazioni, accessori, ecc. e fatto le verifiche di rito.

1. Dal momento che è il sistema di distribuzione ed emissione del calore sono dirette estensioni del generatore di calore, un intervento su questo settore, ha bisogno delle stesse informazioni di ingresso viste per la pompa di calore. Per cui: Abbiate in mano un dimensionamento, se non lo avete, chiamate un professionista che vi dia tutte le informazioni tecniche con le sue prestazioni di calcolo da legge 10/91 ed s.m.i. Molte ditte produttrici non emettono preventivi senza un progetto di questo tipo. Se non volete perdere tempo: fatevelo fare chiarendo prima con il consulente cosa serve.
2. Abbiate chiaro gli obiettivi. Quale è la strategia energetica? Quale è il vostro obiettivo in termini di comfort? Con quale generatore pensate di lavorare (cosa produce calore all’interno dell’impianto)? L’impianto di climatizzazione è solo invernale o deve anche sopperire ai carichi estivi? Avete chiesto ad un consulente?  I calcoli sono fatti con certi criteri di cautela. Questi dati devono essere considerati in fase di progetto e, in caso di più stanze, devono essere disponibili per i vari ambienti.
3. Il cambio di sistema di distribuzione del calore, determina alcune necessità normative di base, redazione della relazione ex legge 10/91 (con le verifiche fatte sui rendimenti del nuovo impianto), ad esempio.
4. Inoltre per normativa nazionale, il cambio di impianto determina anche l’obbligo di redigere un aggiornamento al Certificato energetico della abitazione.
5. In Regione Lombardia, inoltre, l’intervento configura anche l’obbligo di coprire il 50% del fabbisogno di ACS (Acqua Calda Sanitaria) con sistemi ad alata efficienza o fonti rinnovabili (pompe di calore, solare termico, ecc.)

Come già evidenziato, a seconda della tipologia abitativa variano alcune considerazioni.

Vi ringraziamo per l’attenzione, e pseriamo che sia stato utile ai vostri scopi.

 

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