Finalmente, dopo lunga attesa (il decreto è del 30 giugno 2016), il GSE ha pubblicato le procedure di attuazione con le quali deteermina come e quando intervenire sugli impianti incentivati in Conto Energia. Il testo del decreto lo riportiamo nel documento allegato.
Anche senza che si verifichi il caso dell’immagine di copertina (pvolutamente provocatoria), tentiamo di rispondere ad alcune domande.
Sono costretto a spostare i moduli: cosa devo fare? Sto pensando di intevenire sulla copertura su cui è installato un impianto incentivato: posso farlo senza coinvolgere il GSE? Se state cercando risposte a questo tipo di domande, pensiamo che la pubblicazione delle linee guida sia un must da non farti scappare. Ovviamente nel documento si troveranno tutti i dettagli e le procedure.
Qui di seguito, abbiamo riportato i punti salienti, soffermandoci sugli aspetti più interessanti.
Alla fine dell’articolo abbiamo raccolto altre domande utili che crediamo siano più utilizzabili e chiarificanti.
Vari livelli di complessità
Gli impianti entro i 3 kWp sono quelli che godono del maggior sgravio documentale e di adempimenti richiesti. Al di sopra di questa soglia ci sono adempimenti più complessi via via che si considerano: livelli di integrazione architettonica, titolarità dell’impianto, premi, ecc.
Se siete proprietari di un impianto incentivato sapete benissimo che negli anni si sono susseguite ben 5 incarnazioni del meccanismo di incentivazione e, ciascuna di esse ha una particolarità ben definita (soglie di potenza, integrazione architettonica, tipologia di impianto, premi con precise regole per l’ottenimento del contributo): bene le linee guida ribadiscono che tutti gli interventi di sostituzione, adeguamento, ecc. non possono generare situazioni di difformità con il meccanismo incetivante vigente.
L’altra soglia prevista è quella degli impianbrti tra 3 e 20 kW (insomma quelli considerati ancora, “domestici”).
Ripassa i decreti: I Conto, II Conto, III Conto, IV Conto, V Conto.
Interventi di manutenzione e ammodernamento tecnologico significativi
L e linee guida distinguono due casi.
Interventi significativi:
- lo spostamento anche parziale dei moduli fotovoltaici;
- la sostituzione, rimozione, nuova installazione dei componenti principali (moduli e inverter);
- la modifica del regime di cessione in Rete dell’energia prodotta;
- la variazione del codice POD identificativo del punto di connessione dell’impianto alla Rete.
Interventi non significativi:
- lo spostamento degli inverter e dei componenti elettrici minori;
- La sostituzione, rimozione, nuova installazione dei componenti elettrici minori qualora l’intervento non determini variazioni del regime di cessione in Rete dell’energia prodotta dall’impianto;
- Quelli effettuati sulle strutture di sostegno dei moduli o sulle strutture edilizie su cui l’impianto è stato installato che non comportino variazioni dei requisiti in base ai quali l’impianto è stato incentivato.
Procedure
Il GSE, come sempre (accadeva anche ai tempi dell’incentivazione), non rilascia parere preventivo sulle modifiche, ma aspetta di ricevere la documentazione e dopo averla esaminata comunicherà la congruità o meno dell’intervento in relazione al meccaniscmo incentivante vigente.
Vanno in deroga a questo principio:
- Impianti > 3 kW, l’intervento sia dovuto a cause di eventi di forza maggiore, ecc.
- Impianti installati secondo criteri BIPV (Building Integrated PhotoVoltaic) ovvero gli impianti innovativamente integrati ai sensi del 3°, 4° e 5° conto energia.
Esistono una serie di moduli da compilare e produrre attraverso i portali di riferimento per la comunicazione (di solito entro i 60 gg dalla data di avvenuto cambio/sostituzione/intervento).
Interventi che comportano variazioni significative
Spostamento dell’impianto
Come da sempre: lo spostamento su altra particella catastale dell’impianto fa decadere qualsiasi incentivo. L’unica deroga può essere intentata per “Causa di Forza Maggiore” con possibile richiesta di parere preventivo.
Spostamento dei moduli dell’impianto
Rispettando i criteri generali è possibile, ad esempio, per ovviare ad ombreggiamenti sopraggiunti nel frattempo, spostare i moduli fotovoltaici componenti l’impianto. Ovviamente la nuova posizione dovrà essere compatibile con tutti i dettami dell’incentivo in vigore.
Sostituzione dei componenti dell’impianto
Sono possibili, secondo varie misure e casistiche, le sostituzioni di componenti, anche rilevanti, dell’impianto. Insomma: si possono sostituire Moduli ed inverter. Per questi ultimi (i dispositivi di conversione dell’energia) vale la necessità di adeguarsi alle regole vigenti per la connessione all’atto della sostituzione.
Per i moduli si parla di soglie percentuali di incremento del valore della potenza elettrica nominale dell’impianto:
- fino al 5%, per gli interventi su impianti con potenza nominale non superiore a 20 kW;
- fino all’1%, per gli interventi su impianti con potenza nominale superiore a 20kW.
Particolare attenzione è data a tutte le tipologie particolari, ad esempio BIPV e ai criteri di integrazione architettonica. Attenzione sempre e comunque: la sostituzione dei componenti è fattibile, ma se l’operazione comporta la modifca dei requisiti richiesti per l’incentivo, si può arrivare alla rescissione del contratto di incentivo.
Rimozione dei moduli fotovoltaici
Sempre possibili e l’unico effetto, temporaneo o permanente, è la riduzione della potenza nominale dell’impianto.
Interventi di modifica edilizia all’immobile e/o al manufatto su cui è installato l’impianto
Questo tipo di modifiche, ovviamente è ammesso, ma ricordiamo che le tariffe incentivanti sono state riconosciute se l’impianto veniva installato su precise tipologie di classamento catastale dell’edifico, pertanto, se queste dovessero mutare, si può configurare la perdita dell’incentivo.
Installazione di dispositivi elettronici
Forse il capitolo che è maggiormanrte interessante: Oltre a citare una casistica importante, parla esplicitamente di ottimizzatori di potenza. Si possono pertanto pensare di mettere a regime, con un intervento non troppo invasivo, impianti fotovoltaici affetti da problemi risolvibili con gli ottimizzatori (cosa sono gli ottimizzatori – come lavorano gli ottimizzatori).
Potenziamenti non incentivati
Il decreto e le linee guida “auspicano” che si provveda all’incremento di potenza installata e gli interventi possono essere fatti sempre e comunque dotando la porzione estesa di misuratori idonei a determinare in modo distinto dall’energia incentivata quella prodotta dall’estensione/potenziamento.
Domande finali
Devo sostituire un modulo ma non si trova più il produttore ovvero non trovo più la potenza nominale: come faccio?
Ammesso e non concesso che sia elettricamente fattibile (alla stringa vanno conessi moduli di pari potenza/caratteristiche elettriche): la cosa è fattibile e il meccanismo delle soglie di potenza prescrive le modalità. Qui si può prospettare la realizzazione di un revamping impianto con ottimizzatori di potenza oppure la ricerca di un produttore che realizzi moduli di potenza “ridotta” per andare a lavorare senza problemi con quelli già presenti. Oppure di cambiare totalmente i moduli, con tutte le riflessioni che si posson ofare in merito.
Devo sostituire un modulo ma ho perplessità tecniche come faccio?
Far riferimento ad un tecnico/progettista elettrico e a chi, come Light Energy si occupa di pratiche per il fotovotlaico dal primo conto energia assicura che le cose siano fatte secondo normativa.
Riflessioni per affrontare con lo spirito giusto le modifiche
Dal momento che realizzare una modifica su un impianto incentivato vuol dire avere a che fare con impianti vecchi anche di 10 anni, può essere utile fare alcune riflessioni.
L’inverter può essere a fine vita
Dal momento che l’inverter ha una vita stimata intorno ai 10 anni, nel momento in cui si profili la necessità di sostituirlo può essere utile valutare un aggiornamento tecnologico senza dover incorrere in perdita di incentivo. Si possono migliorare le prestazioni per altri 10 anni di vita al massimo. Va ricordato che i costi dei componenti di oggi sono ben lontani da quelli di componenti di 10 anni fa.
L’impianto fotovoltaico può essere parte di un sistema di generazione termica
Ha senso, oggi pensare all’impianto fotovoltaico come ad un generatore integrato e le modifiche possono essere molteplici, ad esempio sostituire i moduli con moduli fototermici e renderlo parte integrante di un sistema di produzione energetica a tutto tondo. Oggi esistono tutte le possibilità per avere la cosiddetta system integration tra impianti differenti e poter rendere efficienti al massimo tutti i componenti di impianto.
MAR
2017