Eccoci alla seconda sezione dell’articolo (vai alla prima), con questo entriamo maggiormente nel vivo e vorremmo chiarire, nell’interesse di tutti, quale sia la buona prassi per essere contenti delle scelte fatte in termini di interventi di contenimento ed efficientamento energetico .
Dicevamo: la caratteristica che vediamo più spesso affiorare dai clienti è quella di una bassa attitudine al progetto e quindi alla consapevolezza che, per avere risultati, un progetto ci vuole.
Il progetto – questo sconosciuto
Non è una novità: i lavori intellettuali sembrano desueti, al più tollerati, spesso scambiati, purtroppo, per “arte dell’arrangiarsi e del fare fumo”. In una Italia fatta di burocrazia, questo è il “sentore” del pubblico. Chiedete in giro.
Progettisti votati alla creatività piegati a fare pratiche burocratiche spesso cavillose anche per interventi minori. Chiedete a geometri architetti ed ingegneri.
Non è pertanto strano che i clienti in cerca di soluzioni, siano propensi a cercare un prodotto “da banco”, arrangiandosi da soli e cercando di spendere “il giusto”.
Ecco proprio su questa parola vorrei concentrare la mia analisi e cercare di capire cosa sia “giusto”.
Partiamo dai seguenti presupposti che credo siano condivisibili da tutti coloro che stanno cercando una soluzione impiantistica ed energetica:
- La soluzione deve rispondere alle proprie esigenze sia economiche che tecniche
- La soluzione deve essere fattibile ed installata secondo i buoni criteri tecnici e normativi
Questi semplici assunti, per essere ottemperati, prevedono che si segua una prassi ben precisa.
Non sempre tutto occorre, ma, se vogliamo essere sicuri di poter gestire interventi anche rilevanti, lontani dalle logiche e dal “sentire” di chi non è tecnico, vi consigliamo di leggere questa guida.
Ecco a voi le 10,5 regole d’oro per un ottimo risultato; ma prima: mandate a memoria il seguente
Mantra: Tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare; occorrono idee precise e compagni di viaggio coesi all’obiettivo.
Regola n° 1 Il progetto è necessario, non è un optional
Anche quando compriamo un accessorio di moda o una camicia, il progetto, inconsapevolmente, ci accompagna. Sappiamo la taglia, abbiamo una idea del taglio, del colore, della marca financo. Definiti i dettagli strategici, scendiamo a quelli tattici e ci muoviamo alla ricerca del negozio o del fornitore giusto. Per un impianto, il processo è simile, anche se dal punto di vista tecnico sembrano “pesare” di più i numeri (Potenze, energie, trasmittanze, ecc.). La verità è che i numeri hanno la stessa medesima importanza, nessuno di noi comprerebbe una camicia della misura sbagliata rispetto alle esigenze.
In più l’impianto non è testabile o indossabile in prova, e, dulcis in fundo, ha molti più parametri da considerare di una taglia di collo o del tipo di sciancratura. La predittività del risultato data dall’attività progettuale è necessaria.
Il consiglio è: se volete veramente migliorare l’aspetto energetico di casa vostra, fate redigere un progetto, e nei casi in cui l’intervento si complica, una diagnosi energetica prima di tutto.
Prendete le decisioni sapendo i confini, le caratteristiche e gli obiettivi. Pochi euro spesi prima, via più sicura dopo, avete una rotta nel mare dell’incertezza.
Regola n° 2 il progettista è un consulente?
Consulente, colui che consiglia, assiste il cliente. Il progettista deve essere il vostro consulente. Se non lo è, rivolgetevi a chi lo è, prima di scegliere il progettista. Molti progettisti sono bravissimi, tecnicamente inattaccabili, preparati e competenti, ma, magari, non sanno o non hanno esperienza per gestire un iter che, per alcune tipologie di impianti, è complesso e multidisciplinare. Che in sostanza vuol dire, che, per gli impianti, spesso, l’installazione a norma e secondo i desideri del cliente coinvolge competenze varie che solo uno specialista consulente può gestire (progetti idraulici, elettrici, autorizzazioni comunali, iter di detrazione fiscale, ecc.). Infine, fatevi una domanda: se nella fase esecutiva intervengono modifiche, chi è in grado di armonizzare tutte le figure coinvolte? Siete sicuri che il progettista (tutto kW, potenze ed energie) abbia capito cosa vorreste veramente?
Regola n° 3 Il calcolo e il professionista abilitato sono i miei due migliori alleati
So cosa state pensando: Ho un progetto, ora, l’ho pagato. A cosa potrà mai servire ancora il progettista?
Il progettista sa con voi le decisioni che ha preso in vostra vece redigendo il progetto. Quindi sa il “perché tecnico” di alcune decisioni. E poi, il suo ruolo non è finito. Un impianto ad alta efficienza, è concettualmente semplice, ma tecnicamente più complesso di un generatore a gas (caldaia). E poi ci sono gli aspetti normativi e burocratico autorizzativi.
Il progettista consulente sa cosa serve nelle varie fasi, se lo coinvolgete, si sentirà più propenso a seguirvi, e soprattutto vi dirà cosa vi serve per finire l’opera. Inoltre.. sapete che servono le firme di progetto, vero ? (vedete oltre)
Regola n° 4 Il figlio del progetto: il capitolato
Il progetto definisce l’area di intervento, traccia una rotta ed è stato redatto secondo precise decisioni di compromesso, visto che, specie in ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche, la “coperta” è spesso corta. Ora, sarebbe buona norma avere in mano una descrizione puntuale dei dispositivi in modo da poter capire e ponderare in che cosa consiste il progetto. Adesso è il momento di concentrarci sul fornitore: chiediamo le stesse cose a tutti, in modo da ponderare e poter confrontare. Se non avete un capitolato da progetto, ognuno, e dico ognuno degli interpellati, dirà la propria, sempre in fase preliminare, e poi o il risultato non è quello voluto o si è perso tempo. A questo punto rileggetevi la regola numero 2: chi gestisce le modifiche? Il capitolato è uno strumento pressoché obbligatorio più sale la complessità dell’impianto e la difficoltà di integrazione con i sistemi esistenti. Un costo? Forse; chiedetevi: “Quanto vale il mio tempo per armonizzare proposte differenti che mi vengono mosse dai fornitori che ho interpellato?”
Regola n° 5 Il capitolato va seguito: certe opere sono necessarie.
Quante volte, di fronte ad un prodotto “da banco” (esempio: uno smartphone o un semplice abat jour) avete valutato le potenzialità, le funzionalità e vi siete fidati dei marchi di qualità, delle conformità, dell’efficienza? Scommetto che, spesso, non avete dubbi. Un prodotto testato, certificato a norma viene scelto su qualcuno meno “brillante” da questo punto di vista anche se più ecnomico, vero? Perché un impianto dovrebbe essere differente? Perché le voci di un progetto vengono a volte non eseguite o omesse? Ed inoltre: siete sicuri che le voci che scegliete di non inserire siano veramente in surplus?
Non ho ancora parlato degli aspetti legali e della corretta esecuzione, ma ricordatevi di questo punto.
Il capitolato è il vostro timone. Seguitelo e tenetelo. Le imprese fornitrici dovranno seguirlo. Più è dettagliato meglio è per voi. Lo pagate, ma crea un binario da cui il deragliamento non è concepibile. Soprattutto vi permette di avere un confronto diretto tra offerte in competizione. Senza è come confrontare mele con pere, frutta è, ma sono differenti. Infine il capitolato vi permette di verificare che l’installazione sia fatta con il materiale progettato.
Regola n° 6 L’impianto non è un prodotto da scaffale: va installato
Lo so, internet fa sembrare tutto così semplice e la natura commerciale di molti attori sul mercato sembra smentire questo assunto (mai visto vendere gli impianti porta a porta?). Ma lo sapete. Un impianto non è un cellulare. Vive con voi, dentro casa vostra, diventa casa vostra.
Per questa sua natura è necessario che sia installato e messo in opera. Occorrono competenze, tecniche e occorrono capacità che un organismo terzo ha testato e certificato. Vi servono quindi due figure:
Il progettista (ancora) e l’installatore o l’impresa installatrice. Il primo è il professionista che ha redatto il progetto esecutivo. No, non quello preliminare, di capitolato o dei calcoli termici, ma quello che ha redatto la lista esecutiva e lo schema definitivo (dopo sopralluogo) delle componenti che servono per finire l’impianto. Può essere lo stesso, o un’altra persona più specifica o terza per imparzialità/correttezza deontologica.
Il secondo è quello che deve seguire il progetto, installa quello che è scritto e scelto, esegue i lavori a progetto. Il progetto esecutivo è vincolante. Con il capitolato ed il progetto esecutivo nessun installatore sbaglierà mai un preventivo di messa in opera.
Regola n° 7 installare un impianto è una operazione che richiede criteri di sicurezza
Spesso, parlando di energie rinnovabili, si pensa al solare (e a tutta ragione). Bene, avete mai visto dove vanno installati di preferenza gli impianti? A tetto. Andare a tetto è una operazione che richiede attrezzature e formazione sul lavoro in sicurezza adeguate. Servono sistemi di sicurezza per l’accesso ed evitare che, lavorando, gli operatori incorrano in incidenti. Guardiamo in faccia la realtà: il tetto non è il posto dove passereste il tempo a rilassarvi, o su cui fareste una passeggiata vero? (certo a meno di non chiamarsi David Belle). Ci sono normative in questo campo (Dlgs 9 aprile 81 2008), severe, pure (e sulle cadute dall’alto ci sono implicazioni da codice di procedura penale anche per i committenti). Fatevi questa domanda: salireste a tetto senza essere ragionevolmente certi di poter essere salvi in caso di caduta? Non chiedete sconti sulla sicurezza. L’installatore è un uomo come voi. Se lui non è in sicurezza voi non lo siete. Se non lavora in sicurezza fermatelo. Troppe persone si fanno male lavorando perché sono disattesi i criteri di sicurezza. Gli oneri di sicurezza sono un costo, siamo tutti d’accordo, ma è un costo a protezione di vite umane e troppi, lo sappiamo, non li sottopongono al cliente perché sono costi “commercialmente meno allettanti”. Poi o il cliente li ritrova come extra (ecco perché un capitolato è fondamentale), oppure, peggio, non si lavora come si dovrebbe. Il risultato è che il proprietario, a sua insaputa, nel migliore dei casi, è stato esposto per un rischio penale e abbassa l’attenzione sulla qualità del lavoro.
Regola n° 9 esigete la chiarezza ed il rispetto delle leggi.
Sembra banale, ma questa regola richiama quello detto nella precedente. Lo richiama ma ne estende il concetto. Non voglio che questo sia un testo di etica, o di buon vivere sociale, ma è necessario che sia ben chiaro questo punto perché le differenze tra i preventivi si fanno anche basandosi (o non facendolo) sulle leggi vigenti. Installare impianti può richiedere autorizzazioni locali, regionali o nazionali, e queste vanno rispettate anche perché, come è evidenza di tutti, il non rispetto delle leggi, porta a “spiacevoli inconvenienti” dopo. Per non parlare di quello di cui abbiamo parlato al punto precedente. Quanti ne abbiamo sentiti di impianti non fatti perché su pertinenze in abuso edilizio, o bloccati perché le autorizzazioni non sono state ottenute, o peggio, impianti con contenziosi legali tra fornitore e committente.
Regola n° 10 esigete le conformità
Ancora carta. Lo sappiamo. Ma il foglio di conformità è il sigillo su tutto l’operato. Dice che è stato seguito un criterio di “regola d’arte” e se, affiancata ad un progetto esecutivo, sancisce che tutto è seguito come da idea iniziale.
Vincola alla responsabilità gli installatori che, formati e sicuri del loro operato potranno tranquillamente certificarvi che la posa è fatta secondo norme e a “regola d’arte”.
Regola n° 10,5 Abbiate fiducia ed esigete fiducia
Ero troppo legato al decalogo e la undicesima sarebbe stata fuori “quota”. Per cui ecco la “ciliegina sulla torta”; la chiusura di tutto. Ricordate il mantra dei lavori che ho riportato all’inizio. I collaboratori sono essenziali. Se non avete fiducia nelle decisioni del progettista: non partite nemmeno. Esigetela, fatevi chiarire i dubbi, i ripensamenti, le modifiche per incomprensioni sono a volte gestibili con poco sforzo altre, invece, richiedono “ritocchi di budget”. Lo stesso dicasi dell’installatore, se lo gestite voi. Se avete un consulente tecnico o un direttore dei lavori, lui è il vostro intermediario a cui rivolgervi. La fiducia è indispensabile; vi ricordo che voi siete i responsabili delle carte e le dichiarazioni che firmate, per cui un consulente che vi guidi con sicurezza (crede nella vostra decisione ed obiettivo) e di cui avete fiducia è indispensabile.
Anche l’installatore deve avere la vostra fiducia e voi la dovete riporre in lui. Due preventivi con forti differenze sulla stessa fornitura molto raramente vuol dire che quello più caro è un “ladro”. Al 90% vuol dire che quello più conveniente non sta considerando tutto così come da progetto. Chiaritevi prima di partire, esperienza personale da entrambi i lati (venditore ed acquirente).
Adesso che abbiamo il “decalogo” del buon lavoro, vi propongo di approfondire alcuni iter di alcuni impianti; e ce ne occuperemo nella terza e quarta parte di questo articolo
GEN
2015