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La manutenzione degli impianti fotovoltaici

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Un impianto fotovoltaico non ha bisogno di manutenzione

Quante volte abbiamo sentito questa frase? Quante volte, lo abbiamo detto anche noi ai nostri clienti (salvo argomentare e circostanziare l’affermazione fatta)?

Uscendo dalla retorica: tante e forse troppe volte. Vorremmo pertanto fare un po’ di chiarezza in tal senso perché da qualche anno a questa parte la manutenzione sugli impianti fotovoltaici è un fenomeno in crescita.

Perchè il fotovoltaico è considerato senza manutenzione?

Gli impianti fotovoltaici hanno goduto di incentivi e godono di una popolarità indiscussa per varie ragioni:

  • Producono energia in silenzio (non disturbano nessuno durante il loro funzionamento).
  • Lo stesso meccanismo silenzioso di conversione energetica è alla base della loro affidabilità estrema.
  • Nessuna parte in movimento (come motori, rotori, ecc. significa automaticamente una bassa usura e quindi una bassa necessità di manutenzione).
  • Componenti selezionati dagli anni dell’incentivo in Conto Energia per la massima qualità hanno innalzato ulteriormente il livello minimo dell’affidabilità.
  • La posa sui tetti (dove di solito sono installati questo tipo di impianti) permette una buona lavabilità dei moduli da parte degli agenti atmosferici.

Tutte queste sono le ragioni per cui, da sempre gli impianti fotovoltaici, sono considerati “privi di manutenzione” o, come sarebbe meglio dire: con poche esigenze manutentive.

Perché il fotovoltaico dovrebbe essere manutenuto

Paradossalmente le prime motivazioni per dimostrare la necessità di manutenzione che ci sentiamo di porre alla vostra attenzione sono le stesse espresse ed annoverate tra i vantaggi visti poco fa.

Perché facciamo questa affermazione?

Perché le caratteristiche intrinseche di un impianto fotovoltaico lo rendono automaticamente “vittima” di una distorta percezione da parte dell’utente finale, spesso privato cittadino senza competenze specifiche.

Silenzioso, automatico nel funzionamento, affidabile, fuori dalla vista (chi guarda il tetto della propria abitazione? Chi si sofferma sull’inverter dopo più di qualche settimana dall’installazione?), è presto annoverato tra le “cose da non controllare perché funzionano” e, pertanto, relegato nella zona della “bassa priorità o attenzione”.

Ci sono, però altre questioni, più pratiche e meno filosofiche da sottolineare:

  • L’impianto è un manufatto umano. affidabile certo, di lunga vita e qualità, ma è pur sempre soggetto a decadimento, specie le parti elettroniche degli inverter.
  • I moduli fotovoltaici sono esposti a tutto quello che accade fuori dalle nostre case 24h 7 su 7 365/anno per decine di anni. Non ci vuole molto a capire che, comunque, un minimo di attenzione la dovrebbero ricevere.
  • Sul tetto subiscono sollecitazioni dalle temperature e dal vento, sono forze di tipo meccanico che agiscono sulle strutture di serraggio.
  • Inoltre ci sono tutta una serie di componenti, considerati secondari, ma altrettanto importanti ed esposti alle stesse condizioni di lavoro dei moduli (cavi, cavi dati, cavidotti, canaline, ecc.).
  • Non fosse abbastanza, ci sono anche gli adeguamenti normativi richiesti per certi impianti, di solito su certi componenti, di cui dover tenere conto. Insomma: esiste anche la necessità di controllo di origine “burocratica”.

Insomma: la situazione è da considerare da un più ampio punto di vista.

Manutenzione questa sconosciuta

Prima di segnalare gli interventi manutentivi un paio di considerazioni sulla manutenzione:

Esistono vari tipi di manutenzione? Esistono Livelli di priorità? Quale è il livello obbligatorio?

Brevemente possiamo dire che:

  • Esistono molti tipi di manutenzione: ciclica/periodica, predittiva, ordinaria, straordinaria, ecc. Ognuna ha scopi ed obiettivi differenti, ma tutte puntano alla massima durabilità dell’impianto.
  • Non tutte sono obbligatorie, anzi, diciamolo chiaramente: non esiste normativa in tal senso se non quelle cosiddette “tecniche” o “di sicurezza” che coinvolgono impianti di grande potenza (teledistacco) oppure le interfacce di rete.
  • Ovviamente le manutenzioni riparative/straordinarie sono quelle che psicologicamente fanno più impatto perché riguardano le sostituzioni di componenti (di solito inverter) e sono solitamente correlate ad un evento di guasto/fermo impianto.
  • Più che la manuntezione vera e propria, almeno nei proprietari di impianti piccoli, manca la “cultura della manutenzione“.

Quali sono gli interventi di cui tenere maggiormente conto?

1) Pulizia dei moduli

I moduli si sporcano; è un dato di fatto non un’opinione. Quanto sia necessario pulire o meno dipende dalll’ambiente circostante.

Vantaggi

  • Migliore resa energetica: una superficie priva di sporco permette di produrre di più
  • Preservazione della qualità del modulo: se si pulisce si evitano fenomeni corrosivi o di deposito di materiali organici chimicamente attivi.
  • Nei casi più gravi: preservazione dell’integrità del modulo / dei moduli stessi (fenomeni di polarizzazione inversa, ecc.)
  • Per essere lavati i moduli devono essere visti e, a volte, essere a tetto permette di verificare subito l’insorgenza di problematiche

2) Verifica dei serraggi

I modui, i collegamenti elettrici, sono sottoposti a forze dinamiche (vento, dilatazioni termiche, ecc.) avere cura di verificare i serraggi vuol dire preservare l’integrità fisica dell’impianto.

3) Manutenzione ciclica

Specie negli impianti grandi e con più sottocampi, non è così facile capire cosa può andre o meno. Il numero dei componenti cresce e anche la complessità dell’impianto. Una buona pratica manutentiva permette di analizzare e capire meglio il funzionamento dell’impianto e le prestazioni.

4) Manutenzione su guasto

Come direbbero gli inglesi : Last but not least e, anzi, abbiamo lasciato per ultimo questa tipologia perché è quella, che, nella maggior part dei casi, fa scattare interventi sull’impianto fermo. data l’affidabilità inrinseca dell’impianto, a cosa può essere imputato il fermo impianto?

  • Guasto inverter: per molte ragioni, da quelle di banale fermo per cause di rete (l’inverter va ed è funzionante, ma la rete nnon ha le caratteristiche per la connessione, ai veri e propri “fine vita utile” che necessitano sostituzioni.
  • Guasto componenti secondari: interruttori, fusibili, e tutto ciò che è responsabile della conduzione elettrica dell’energia prodotta. Banali certo, ma possibile cause di fermi impianto.
  • Perdite di isolamento: anche qui causee molteplici, da analizzare ed indagare, ma sicuramente capcai di fermeare la produzione.

A conclusione di questo intervento, vi ricordiamo sempre come sia ormai standard l’esistenza di strumenti di monitoraggio delle prestazioni per tutti gli impianti. Strumenti che permettono di capire (e di essere avvisati) di variazioni sulle prestazioni o sullo stato generale dell’impianto.

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