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Climatizzazione estiva, comfort, efficienza

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Estate, tempo di solleone e clima torrido almeno se ci ricordiamo delle ultime stagioni non proprio miti.

Oggi ci focalizziamo sui perché, sempre più spesso, la climatizzazione estiva rappresenta una variabile di cui tenere conto nella progettazione e nella riqualificazione energetica, e lo facciamo in modo più semplice possibile, ma al contempo rigoroso.

Possiamo evidenziare due motivazioni principali per le quali la climatizzazione estiva stia diventando una necessità e non più una scelta facoltativa:

  1. Clima padano o comunque del nord Italia
  2. Tipologia di costruzione

Clima

Negli ultimi anni gli inverni sono stati particolarmente miti e le estati si sono presentate con picchi di calore interessanti per durata e per intensità. Basta questo motivo per capire come in qualsiasi abitazione sia essa nuova che di recente costruzione e, come si usa, dire, costruenda, assicurare il comfort estivo è una necessità forse più impellente di quella invernale.

Oggi si sente la necessità di avere un trattamento delle condizioni di microclima interno (umidità relativa e temperatura) soprattutto nella stagione estiva e tale richiesta coglie alla sprovvista: banalmente le abitazioni hanno sistemi di climatizzazione invernale integrati, e difficilmente, invece, hanno quelli estivi o questi sono stati realizzati con installazioni retrofit di condizionatori.

Tipologia di costruzione

Il modo in cui sono costruite le abitazioni, invece, determina la dispersione del calore e quello che è benefico di inverno (isolamento che riduce le dispersioni) può diventare un aggravio importante d’estate, dove lo stesso isolamento non fa uscire il calore in eccesso che, se prodotto dal sole (irraggiamento diretto) è molto difficilmente controllabile. Questo fatto è sempre più importante nelle abitazioni ad alte prestazioni richieste dalle nuove normative (NZEB).

Quale sia il motivo, la presenza di un impianto di climatizzazione estiva sta diventando un must.

Per capire come orientarsi, ci piace fare due puntualizzazioni, a questo punto.

  1. Il comfort estivo: cosa è e come si crea
  2. L’impianto: apprendiamo la lezione dal passato

Comfort

Il comfort, cioè la sensazione di benessere, è determinato da molti fattori (tipo di attività, stato di salute personale, ecc.) ma, comunque sia, è determinante il controllo di tre fattori nell’ambiente da climatizzare:

  1. l’umidità relativa
  2. la velocità dell’aria
  3. la temperatura dell’aria.

Questa ultima in particolare, sia in estate che in inverno, dipende fortemente dalle temperature radianti delle superfici.
Un impianto di climatizzazione estivo, quindi, deve assicurare il controllo della umidità ed avere effetto su tutte le superfici per far sì che queste abbiamo una temperatura radiante il più possibile uniforme.

Un impianto radiante ad alta efficienza fa questo in modo integrato: cioè integra in modo perfetto il trattamento dell’umidità relativa e l’abbattimento uniforme delle temperature radianti.

Cosa ci insegna la storia

In un’epoca di attenzione alla certificazione energetica, al contenimento energetico, una cosa non dovrebbe mai essere dimenticata: facciamo lavorare l’impianto, solo se serve e alla massima efficienza consentita.
Questa considerazione porta con sé alcuni spunti di riflessioni ulteriori

  1. Strategie di climatizzazione che si basano solo sull’impianto dovrebbero essere l’ultima scelta. Ci sono molti fattori che influenzano la necessità di raffrescare/climatizzare e l’irraggiamento diretto è una di queste. Abbiamo imparato a cercare di fare a meno dell’impianto il più possibile in inverno: facciamolo subito anche in estate.
  2. Se l’impianto è utilizzato, quale che sia la ragione, che lavori alle condizioni migliori in termini di resa e, quindi di temperature e di efficienza. Non dobbiamo mai dimenticare, infatti che, in inverno posso “fare caldo” con molti dispositivi (dalle caldaie a gas a quelle a biomassa, ecc.) ma in estate, si ha bisogno di una macchina a ciclo frigorifero. E questo tipo di macchine ha le sue regole di efficienza, tra cui un salto termico da ridurre tra “interno” ed “esterno” per una efficienza massima (un EER di solito elevato).

Ancora una volta è la progettazione che fa la differenza, sia dell’involucro (schermature solari, accorgimenti di trattamento superficiale sulle finestrature, ecc.), ma anche dell’impianto. Anche in questo caso, avere un impianto che climatizza con temperature più vicine a quelle esterne non fa altro che portare un significativo (perché duraturo nel senso termofisico del termine) beneficio in termini di resa e di conseguenti bollette.

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