Interrompiamo la pubblicazione degli interventi su soluzioni energetiche e prodotti in genere perché da qualche tempo a questa parte alcuni dei nostri clienti più accorti ed attenti ci hanno chiamato per lamentarsi di un presunto calo di produzione dell’impianto, rilevato tramite i conteggi percepiti da Conto Energia e Conto Scambio.
Vi spieghiamo cosa potrebbe essere dietro ad un “calo” prima che il vostro sonno incominci ad essere turbato. Soprattutto alla luce di alcuni cambiamenti contrattuali che ai più sono rimasti sconosciuti.
Riflessione 1: il mio impianto è monitorato?
Lo sappiamo, molti degli impianti domestici non hanno sistemi di monitoraggio, spesso ritenuti (erroneamente) inutili. Una prassi comune, ma se pensiamo a cosa succederebbe se nelle nostre auto non fosse installato il sensore di livello del carburante nel serbatoio penso che sia chiaro che rischio si stia correndo.
Se il mio impianto non è monitorato, prima di dire se c’è in atto un calo di produzione o meno, credo sia necessario dotarsi di pazienza ed iniziare una campagna di rilevamento. Tuttavia questo non mi risolve concettualmente il dilemma: ma l’impianto sta producendo in modo corretto o no? Per cui: se non lo sapete, ve lo diciamo noi: sul mercato esistono diversi sistemi di monitoraggio per impianti fotovoltaici con diversi metodi per capire come e se stia procduencedo correttemente l’impianto. Costano poche centinaia di euro compresa installazione, ma il servizio che offrono è impagabile quando si hanno dubbi o si vuole avere il polso di controllo sull’impianto. Ricordatevi: se siete produttori di energia da fonte rinnovabile il vostro impianto deve essere al massimo sempre.
Riflessione 2: il calo è quindi solo “numerico”?
Se non avete strumenti per il monitoraggio, non avete avuto sentori di malfunzionamenti, allora vi starete basando su un dato numerico e come è successo ai nostri clienti, sarà stato il controllo dei pagamenti GSE a farvi suonare il campanello d’allame. E i sospetti sono fondati. senza andare troppo per le lunghe, ecco in sintesi quali sono state le novità introdotte dal decreto spalma incentivi.
Attenzione! il GSE informa solo tramite il portale e non spedisce comunicazioni ai titolari di contratti di Conto Scambio ed energia. Per sommi capi ecco i punti cardine causa, molto probabilmente, della vostra sensazione di “mancanza”.
- Il riferimento è l’articolo 26 della Legge 116/2014 (c.d. “Legge Competitività”) che introduce il cosiddetto “spalma incentivi”.
- In base all’articolo il GSE è stato autorizzato ad erogare le tariffe incentivanti in ragione del 90% della produzione (sì avete letto bene, non importa quello che producete, il GSE toglierà il 10% dal totale dei kWh prodotti).
- Questo pagamento sarà su base mensile considerando la media annua stimata. Ancora non avete le traveggole. il pagamento mensile è forfettario su una stima.
- Il conguaglio dell’effettiva produzione avverrà in una sola rata al 30 giugno dell’anno successivo. Ecco perché si parla di “Splama incentivi”.
- Esistono soglie di pagamento, al raggiungimento di almeno 100 €, a seconda della taglia di impianto (4 mesi per impianti da 3 kW; 3 mesi fino ai 6 kW, Bimestrale da 6 a 20 kW ed infine mensile per impianti superiori ai 20 kW).
A queste norme vanno fattte queste due precisazioni:
- La stima di produzione (per la quale viene calcolato l’incentivo al 90% di cui la precedente punto 2), è caldolata su una base dtastistica media delle due annualità precedenti.
- Il GSE ha aumentato in modo unilaterale le spese amministrative di gestione che, in alcuni casi sono quasi quadruplicate.
Il nostro consiglio è quello, pertanto, di portare pazienza, ma di tenere sotto controllo l’impianto ed i suoi flussi di cassa come se fosse stato apena installato. Un po’ di manutenzione, di pulizia dei moduli , non guastano, anzi vi permetterebbero a volte di rientrare prima della somma “spalamata”. e per informazioni non esistate a contattarci.
MAG
2015